Fichier:Esposimetro fotografico con cellula al Selenio - Museo scienza tecnologia Milano 09326 01.jpg

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esposimetro fotografico con cellula al Selenio - Metrawatt Horvex.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Auteur
Metrawatt AG (costruttore)
Titre
esposimetro fotografico con cellula al Selenio - Metrawatt Horvex.
Description
Italiano: Questo dispositivo è costituito da un parallelelpipedo con gli angoli smussati in bachelite e metallo Sulla parete frontale è inserita una scala di lettura semicircolare sulla quale sono indicati i tempi di esposizione da 1 secondo a 1/1000 di secondo e le velocità di scorrimento di pellicole cinematografiche da 8 a 64 fotogrammi al secondo Sotto alla scala di lettura è inserita una combinazione di scale girevoli sulle quali posizionando la sensibilità della pellicola (da 10 a 25 DIN) è possibile leggere le aperture del diaframma da f/22 a f/2 Sul dorso dell'esposimetro è possibile aprire uno sportello contenente, sullo sportello stesso, uno specchio e, sullo strumento, una cellula al selenio.
Funzione

Strumento per il calcolo del tempo di esposizione da impostare durante una ripresa fotografica o della velocità di riproduzione durante riprese cinematografiche.

Notizie storico-critiche
Prima dell'avvento degli esposimetri elettrici, agli inizi degli anni '30, venivano usati due strumenti di misura dell'intensità luminosa: gli actinometri e i fotometri ad estinzione Gli actinometri utilizzavano carta fotografica che veniva esposta alla luce in prossimità del soggetto da fotografare: cronometrando i tempi impiegati dalla carta per annerirsi a vari livelli, si ricavavano i tempi di esposizione I fotometri ad estinzione erano costruiti in modo da poter variare la quantità di luce che li attraversava. L'esposizione veniva considerata corretta nel momento in cui la luce diveniva visibile attraverso il fotometro I fotometri ad estinzione rimase a lungo popolari anche dopo l'introduzione degli esposimetri elettrici, almeno fino a quando questi non divennero competitivi nel prezzo I primi esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici utilizzavano cellule al Selenio alimentate a batterie. Velocità dell'otturatore e apertura del diaframma andavano selezionati manualmente dopo aver effettuato la misura con l'esposimetro. Negli anni '60 nacquero nuove tipologie di esposimetri quali fotoresistori, fotodiodi, ecc. alimentati a batterie e collegati mediante circuiti elettronici ad otturatori e diaframma realizzando così il controllo automatico dell'esposizione Gli esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici davano comunque spesso errori di esposizione e foto troppo scure (ad esempio con sfondi troppo luminosi o riflessi e riverberi). Venivano così spesso utilizzati esposimetri esterni che misuravano direttamente la luce incidente sul soggetto da fotografare, fornendo misure più accurate.
Date entre 1935 et 1950
date QS:P571,+1950-00-00T00:00:00Z/7,P1319,+1935-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1950-00-00T00:00:00Z/9
Technique / matériaux vetro
Dimensions hauteur : 65 cm ; largeur : 55 cm
dimensions QS:P2048,65U174728
dimensions QS:P2049,55U174728
institution QS:P195,Q947082
Numéro d’inventaire
9326
Historique de conservation Maj, Diomira Santa
Références
  • Hedgecoe J. (1976) Fotografare : tecnica e arte, Milan, pp. 46−47
Source / photographe Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Autorisation
(Réutilisation de ce fichier)
w:fr:Creative Commons
paternité partage à l’identique
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actuel21 mai 2016 à 15:12Vignette pour la version du 21 mai 2016 à 15:121 600 × 1 067 (434 kio)Federico Leva (WMIT){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, Manifattura, Artigianato | AUT1R = costruttore | AUT1N = Metrawatt AG | CMPD = 2008 | INV1N = 9326 | CTC = fotometro |...

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