Fichier:Fotometro fotografico a estinzione - Museo scienza tecnologia Milano 06078 dia.jpg

Le contenu de la page n’est pas pris en charge dans d’autres langues.
Un livre de Wikilivres.

Fichier d’origine(1 280 × 840 pixels, taille du fichier : 212 kio, type MIME : image/jpeg)

fotometro fotografico a estinzione - Le Photomètre Normal.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Auteur
Degen E. (costruttore)
Titre
fotometro fotografico a estinzione - Le Photomètre Normal.
Description
Italiano: Questo esposimetro ha forma parallelelepipeda Da una delle due sezioni trasversali è possibile estrarre due culatte costituite da telai rettangolari nei quali sono inseriti dei filtri costituiti da prismi in vetro colorato (verde scuro) di vario spessore. Ciascun filtro ha un tempo di posa diverso. Su una parete dell'esposimetro è inserita una finestrella dalla quale si vede, in controluce, il vetro colorato dei prismi Su una culatta sono segnati i tempi di posa e sull'altra le aperture del diaframma e la durata dello scatto dell'otturatore lungo scale graduate poste longitudinalmente I tempi di posa si possono leggere su tre scale: da 1,5 a 500 secondi, da 1 a 80 secondi, da 1/2 a 1/250 di secondo Le aperture del diaframma su tre scale: da f/1 af/64 nella scala standard, da 2 a 96 per apparecchi Goertz e da 2 a 200 per apparecchi Zeiss.
Funzione

Il fotometro è uno strumento utilizzato per il calcolo del tempo di esposizione e del diaframma da impostare durante una ripresa fotografica Questo fotometro permetteva di determinare il tempo di posa per lastre extra-rapide come le Lumière etichetta azzurra e le Jougla etichetta rossa (da leggera sulla scala denominata Extra-rapido), il tempo di posa per lastre ultra-rapide come le Lumière Sigma, per lastre lente come le Jougla etichetta gialla, per lastre molto lente come le Lumière etichetta gialla (da leggere sulle rispettive scale Ultra-rapide, Lente, Molto Lente), il tempo di posa per lastre autocrome e onnicolorate utilizzando i tempi di posa per le extra-rapide e moltiplicando i valori per 30 o per 60 rispettivamente. Era inoltre possibile utilizzare questo fotometro per determinare tempi di posa più lunghi o più corti di quelli marcati sulle scale (utilizzando le apposite scale Pose Extra rapide, Pose Lunghe) o per determinare il tempo di posa in caso di riproduzione o ingrandimenti Questo fotometro poteva essere inoltre utilizzato, con tempo di posa fissato, per determinare l'apertura del diaframma.

Modalità d'uso

Per determinare i tempi di posa, fissato il diaframma: si tira la culatta dei diaframmi e si posiziona il cursore in corrispondenza del diaframma fissato. Poi si posiziona il fotometro stando vicino all'apparecchio fotografico, si estra l'altra culatta e si guarda attraverso la striscia contenentele i prismi , nella direzione del soggetto da fotografare. Si fa scorrere la culatta fino a che il soggetto sparisce. Si legge, sulla scala dei tempi di posa prescelta, il tempo di esposizione consigliato Per determinare l'apertura del diaframma, fissato il tempo doi posa: si posiziona il cursore delle pose sul tempo desiderato, si guarda il soggetto attraverso i prismi e si trira la culatta dei diaframmi fino al punto di sparizione del soggetto. I diaframmi sono indicati secondo i sistemi più utilizzati (Standard, Goerz, Zeiss).

Notizie storico-critiche
Prima dell'avvento degli esposimetri elettrici, agli inizi degli anni '30, venivano usati due strumenti di misura dell'intensità luminosa: gli actinometri e i fotometri ad estinzione Gli actinometri utilizzavano carta fotografica che veniva esposta alla luce in prossimità del soggetto da fotografare: cronometrando i tempi impiegati dalla carta per annerirsi a vari livelli, si ricavavano i tempi di esposizione I fotometri ad estinzione erano costruiti in modo da poter variare la quantità di luce che li attraversava. L'esposizione veniva considerata corretta nel momento in cui la luce diveniva visibile attraverso il fotometro I fotometri ad estinzione rimase a lungo popolari anche dopo l'introduzione degli esposimetri elettrici, almeno fino a quando questi non divennero competitivi nel prezzo.
Date entre 1900 et 1949
date QS:P571,+1950-00-00T00:00:00Z/7,P1319,+1900-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1949-00-00T00:00:00Z/9
Technique / matériaux stoffa
Dimensions hauteur : 2 cm ; largeur : 2 cm
dimensions QS:P2048,2U174728
dimensions QS:P2049,2U174728
institution QS:P195,Q947082
Numéro d’inventaire
6078
Historique de conservation Ferrario
Source / photographe Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Autorisation
(Réutilisation de ce fichier)
w:fr:Creative Commons
paternité partage à l’identique
Vous êtes libre :
  • de partager – de copier, distribuer et transmettre cette œuvre
  • d’adapter – de modifier cette œuvre
Sous les conditions suivantes :
  • paternité – Vous devez donner les informations appropriées concernant l'auteur, fournir un lien vers la licence et indiquer si des modifications ont été faites. Vous pouvez faire cela par tout moyen raisonnable, mais en aucune façon suggérant que l’auteur vous soutient ou approuve l’utilisation que vous en faites.
  • partage à l’identique – Si vous modifiez, transformez, ou vous basez sur cette œuvre, vous devez distribuer votre contribution sous la même licence ou une licence compatible avec celle de l’original.






Légendes

Ajoutez en une ligne la description de ce que représente ce fichier

Éléments décrits dans ce fichier

dépeint

Historique du fichier

Cliquer sur une date et heure pour voir le fichier tel qu'il était à ce moment-là.

Date et heureVignetteDimensionsUtilisateurCommentaire
actuel21 mai 2016 à 14:14Vignette pour la version du 21 mai 2016 à 14:141 280 × 840 (212 kio)Federico Leva (WMIT){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = costruttore | MIS1T = ca. | AUT1N = Degen E. | CMPD = 2008 | INV1N = 6078 | CTC = f...

Métadonnées